VIAREGGIO. “Blitz” degli agricoltori in Regione. Troppi danni dagli animali selvatici all’agricoltura: ora basta. Cosi Coldiretti (info suwww.lucca.coldiretti.it) è passata dalle parole ai fatti portando fino a Palazzo Strozzi Sacrati, sede della Presidenza, una delegazione di rappresentanti della Provincia di Lucca e dai rappresentanti degli Ambiti Territoriale di Caccia. SecondoColdiretti sono 450 mila gli esemplari a “piede libero” in tutta la regione tra cinghiali, mufloni, corvi e lupi, che devastano campi coltivati, azzerano le produzioni, sterminano gli allevamenti, mettono a repentaglio la sicurezza stessa dei cittadini e creano conseguenze devastanti anche sull’ambiente contribuendo all’impoverimento della fauna e della flora del bosco e del sottobosco. Insufficienti gli abbattimenti, in particolare dei cinghiali che sono la popolazione più numerosa nonostante la crescita esponenziale di catture negli anni, da parte del mondo venatorio. Nella stagione venatoria 2013 – 2014 sono stati 1.640 gli abbattimenti nell’area di competenza dell’Atc 11. Tanti, ma troppo pochi per far fronte all’emergenza e ad un esercito fuori controllo. Circa 60.000 euro i danni provocati alle colture ma sono almenoil triplo, quelli reali che le aziende agricole subiscono ma non denunciano per evitare file agli sportelli e burocrazia. Insomma gli agricoltori dicono basta e chiedono misure immediate e importanti per contenere le ripercussioni di popolazioni ormai fuori controllo. Ad accompagnare il Presidente Regionale, Tulio Marcelli i vertici provinciali di Coldiretti che hanno incontrato il neo Assessore all’Agricoltura, Marco Remaschi e il capo della Segreteria del Presidente, Ledo Gori: “Purtroppo è l’ennesima volta che denunciamo una situazione non più sostenibile per il mondo agricolo. – Cristiano Genovali, Presidente Provinciale Coldiretti – e siamo anche stanchi di farlo periodicamente. In Garfagnana, ma sempre più anche nelle colline lucchesi fino ai casi eclatanti nella Versilia, i danni hanno riflessi ancora più gravi, perché quello che va perduto non è solo il prodotto ma anche il valore che esso acquisterebbe nelle fasi di trasformazione e commercializzazione. A rischio – spiegato ancora – non c’è solo il reddito delle imprese agricole ma anche la sicurezza delle aree rurali e periurbane e non mancano neppure le preoccupazione sul profilo sanitario con il rischio di contagi degli animali allevati”. Genovali vuole sgombrare il campo anche da ipotesi fantasiose: “spesso ci viene data la colpa del proliferare degli ungulati per l’abbandono del territorio da parte degli agricoltori ma onestamente come si può condurre un azienda in montagna se si deve seminare tre volte sullo stesso terreno per non arrivare comunque al raccolto? Ovvio che di disincentiva ancora di più l’abbandono con conseguenze non solo delle aziende interessate ma anche perl’ambiente che non viene più manutentato”.
Foto danni cinghiali 12[2][1] Il blitz è stato l’occasione per consegnare, al neo assessore, il documento con le proposte in materia di danni alla fauna selvatica “raccolto” dalla neo amministrazione che ha assicurato “attenzione nei confronti di una criticità per il settore agricolo inserito anche nei 25 punti del programma elettorale di Rossi”: “Incassiamo la disponibilità ma vigiliamo sulle azioni future. Di fronte al moltiplicarsi delle devastazioni causate dagli ungulati, agli attacchi agli allevamenti e al moltiplicarsi degli eventi provocati da corvi, cinghiali e altri animali, gli agricoltori della Coldiretti chiedono una riforma della disciplina che garantisca l’indispensabile presenza delle aziende agricole a tutela del territorio. Dobbiamo trovare – prosegue Maurizio Fantini, Direttore Provinciale Coldiretti – una soluzione immediata, urgente, straordinaria. I danni alle colture agrarie e agli allevamenti sono ormai in proporzioni tanto rilevanti – conclude – da rendere insufficiente l’accantonamento delle risorse finanziarie regionali, così che occorre rivedere le modalità di distribuzione delle risorse nazionali e regionali al fine di garantire i fondi necessari per coprire i danni stimati”.

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